giovedì 10 settembre 2009

LA STORIA SI RIPETE...
E LE RISPOSTE
DELLE ISTITUZIONI
SONO SEMPRE LE STESSE


27/12/2005, sgombero di rifugiati politici sudanesi che avevano occupato una palazzina abbandonata in via Lecco 9, a Milano...

fotografie di ©Maurizio Totaro





...11/9/2009, sgombero dell'ex clinica San Paolo, in corso Peschiera, a Torino

OLTRE DUE ANNI DI LOTTE, E NON É ANCORA FINITA....
Da oltre due anni le mobilitazioni dei e delle rifugiat* nella nostra città hanno portato non pochi frutti: tutti i rifugiati che si trovano sul territorio piemontese hanno finalmente diritto ad avere un tessera sanitaria ed un medico di base, si è ottenuta l'esenzione del ticket, si è garantito un tetto a molti attraverso due occupazioni, persino il regolamento delle borse di studio all'università è stato ora corredato di una postilla specifica per i titolari di rifugio politico od umanitario.
La stessa Via Asti, dai media ed istituzioni erroneamente decantata come la soluzione definitiva, ha tuttavia un valore simbolico molto alto perché rappresenta la spinta che dal basso si è data, all'apparentemente immobile, macchinario burocratico. Là dove solo un anno fa si diceva che non c'erano soldi e quindi speranze per nessuno vediamo oggi soldi stanziati dall'unione europea per i/le cosidett* vulnerabili ed un Comune anticipare 200.000€ al Governo per ristrutturare un stabile da utilizzare per accoglienza di emergenza dei rifugiati stessi.
Tutto questo grazie alla lotta!!
Si è ancora lontani da un situazione di accoglienza dignitosa e appropriata al termine, ma la strada è stata tracciata ed è quella che sta portando frutti.
La nostra posizione su via Asti è sempre stata molto chiara: politicamente la valutiamo una proposta emergenziale che non rappresenta una risposta sul terreno dei diritti per i rifugiati e le rifugiate che da anni stanno chiedendo con lotte e mobilitazioni (casa, lavoro, residenza); la residenza, per citare il nodo politico principale, è una delle parole d'ordine cardine di ogni mobilitazione dei rifugiati e delle rifugiate, e la "soluzione" via Asti, non la affronta e non la risolve, aprendo ancora una volta una contraddizione incredibile che vedrà rifugiati e rifugiate ospitati per mesi all'interno di una struttura pubblica in una città che però rifiuta a queste persone il diritto ad avere una residenza anagrafica, con tutti i problemi che questo continua a comportare.

Detto questo non ci è mai interessato dire alle persone che stanno in corso Peschiera che "non si deve andare in via Asti"; ci siamo sempre preoccupati che le persone potessero comprendere il significato reale delle proposte che venivano fatte. Dei molti che probabilmente decideranno di andare in via Asti abbiamo troppo rispetto umano per cercare di strumentalizzarne le scelte: si tratta di persone che hanno affrontato viaggi oltre ogni limite umano per arrivare nel nostro Paese con il miraggio di una possibilità, un'alternativa ad una vita di guerra e miseria, e se oggi qualcuno pensa che via Asti possa rappresentare quell'alternativa non è sicuramente il Comitato che discute o fa politica sulle scelte delle singole persone. Lo stesso discorso vale per il trasferimento temporaneo a Settimo per le persone (i "soggetti vulnerabili") individuate come destinatarie del Progetto FER: a differenza di via Asti, non abbiamo sullo specifico del FER una valutazione politica negativa; si tratta di un progetto portato avanti dalle Associazioni del privato sociale, e se i destinatari individuati lo valuteranno positivamente non è sicuramente un nostro problema l'adesione in vista di una possibile sistemazione all'interno della Regione Piemonte. Alle persone che aderiranno alle due proposte abbiamo sempre detto che ci saremmo risentiti e ritrovati per valutare se aspettative e desideri erano stati soddisfatti, o se invece rimanevano problemi da risiolvere, anche perchè quello che veramente ci sta a cuore non è sapere oggi chi deciderà di andare in via Asti, ma capire cosa ne sarà di chi ha fatto quella scelta tra sei, sette, otto mesi, quando finirà il "parcheggio militare" proposto da Prefettura e Comune.
Siamo qui oggi a titolo di garanzia sia verso chi intenderà accettare le proposte delle istituzioni, disponibili a continuare a lottare con loro per avere la residenza e gli altri diritti negati; e non lasceremo soli chi deciderà che via Asti non la vogliono, perché preferiscono continuare a battere la strada della lotta per i diritti di tutte e tutti.

Invitiamo tutti e tutte venerdi 11 alle ore 8 al presidio sotto l'ex clinica San Paolo corso Peschiera 178.
Comitato di Solidarietà con Rifugiati e Migranti
CI ERAVAMO LASCIATI A GIUGNO ...
E SIAMO PRONTI PER RICOMINCIARE...


giovedì 16 luglio 2009



LA DERIVA VATICANA


Caro Comitato,
è di oggi la notizia che il vaticanista del TG3 Roberto Balducci è stato
rimosso dal suo incarico in seguito all'incidente, che sembrava in realtà
rientrato ieri sera, occorso due giorni or sono quando durante un servizio
Balducci aveva definito "proverbiali 4 gatti" i pochi fedeli riunitisi ad
accogliere il Papa.

Oggi tutti a strapparsi le vesti (primo tra tutti il Vicepresidente della
vigilanza RAI, Merlo - manco a farlo apposta PD) e poi a seguire fino a Zavoli:
e il povero Balducci a scusarsi, a ribadire a tutti il suo "rispetto per il
Vaticano".

Si può forse convenire sul fatto che la battuta in sé potesse essere anche
non felicissima, ma da lì a rimuovere un lavoratore dal proprio incarico, ce ne
passa... A quanto pare non c'è la "deriva anticlericale" che tanti paventano
(anche Di Bella, evidentemente) bensì una deriva vaticanista: quando si chiede
rispetto per il Papa e il Vaticano, che sono gli stessi che hanno recentemente
votato contro la mozione presentata all'ONU di depenalizzare il "reato di
sodomia" nei Paesi dove è previsto sia tale (e ce ne sono), gli stessi che da
secoli si accaniscono contro le donne e il loro diritto di scegliere una
maternità consapevole (vedi ultime richieste ad Obama), gli stessi che hanno
contribuito allo scempio della famigerata legge 40 sulla fecondazione
assistita, gli stessi che ostacolando la diffusione dei preservativi in Africa
(come altrove) hanno sulla coscienza milioni di sieropositivi, di malati
conclamati e di morti, e l'elenco sarebbe ancora lungo ma mi fermo qui.

Chiediamo rispetto per gli esseri umani, invece, e per le opinioni,
anche se non rigorosamente allineate.
Il rispetto è soprattutto quello dell'intelligenza dei cittadini, che non possono più vedere gonfiate ad arte delle "loffe" assurde.
In un paese dove la casta politica si riempie la bocca di una falsa laicità ipocrita, mentre continua ad avvallare privilegi immobiliari e fiscali sulle proprietà vaticane e finanziamenti pubblici alle scuole confessionali.

Un saluto LAICO a Tutti,

Anna

martedì 7 luglio 2009



LIBER* TUTT*
l'onda non si arresta!

Durante la notte di domenica centinaia di poliziotti e carabinieri, armi in pugno, hanno fatto irruzione nelle abitazioni private di 21 studenti universitari dell'Onda Anomala, movimento studentesco che ha animato la mobilitazione contro la riforma Gelmini dello scorso autunno.
I ragazzi di Torino sono 12, sei dei quali sono stati già tradotti nelle celle del carcere delle Vallette.
Sono tutti giovanissimi. Sono tutti incensurati.
Eppure gli hanno sfondato le porte delle abitazioni, ammanettati davanti ai genitori increduli, perquisito le case, minacciato i familiari.
Secondo il procuratore Caselli, che ha gestito l'operazione come fosse un blitz dell'antimafia, sono rei di aver premeditato, con formazioni paramilitari, una giornata di violenze ai danni di una pacifica manifestazione studentesca.
Chi ha partecipato a quella giornata conosce la verità. Una verità che ha cominciato a prendere forma nel settembre scorso, quando tutti noi abbiamo animato i tanti cortei, manifestazioni, assemblee, presidi, contro la riforma Gelmini. La verità è che genitori, insegnanti, studenti, hanno animato, dopo anni di pazienza, un movimento ampio ed articolato contro la svendita dell'istruzione pubblica. Con un punto inequivocabile: questa volta non avremmo mollato la presa!
Quel 19 maggio tutti avevano parlato chiaro: nel G8 dell'università ci doveva essere la voce degli studenti ed, il divieto non sarebbe stato sopportabile.
Quel corteo si è mosso con quella consapevolezza, non voler sottostare piu' a divieti che stanno imbavagliando il dissenso nel nostro paese.
Lo criminalizza, come fa la guest star Caselli, citando formazioni paramilitari (mentre nei tg passano le immagini di Iran o Honduras, giudicate un pò voi chi sono i paramilitari...), piani occulti o professionisti dello scontro.
Devyl ha 19 anni ed il suo primo corteo lo ha vissuto ad ottobre; Cecilia 23 anni, lavora in una comunità per minori disagiati e intanto si paga gli studi universitari dai costi insostenibili.
I "nostri professionisti dello scontro" li avete incontrati mentre animavano le feste in quartiere, giocavano con i bimbi, sostenevano le mobilitazioni anti-Gelmini in quartiere, tra palloncini e pennarelli.
Non ci siamo impressionati dallo show mediatico messo in campo dalla questura di torino.
Oggi lo sappiamo bene chi sono i professionisti dello scontro: sono quelli pagati per caricare e pestare gli studenti, sono quelli pagati per scrivere monumentali tesi inquisitorie contro chi manifesta, sono quelli che fanno fulgide carriere braccando il dissenso (lo sapevate che il dirigente della polizia torinese Spartaco Mortola, appena promosso, è quello inquisito per violenze e falsa testimonianza dopo l'irruzione della scuola Diaz del G8 di Genova?).
I "nostri ragazzi" sono professionisti della passione, del coraggio di chi ancora è disposto a mettersi in gioco per cambiare questo mondo così ingiusto.
Per questo sono NOSTRI, appartengono a chiunque abbia ancora il coraggio di dissentire.
Sono nostri perchè, anche se non li conosciamo personalmente, siamo legati a loro dalle idee, dalla passione, dal coraggio di chi propone un'altra strada da percorrere.
Esattamente come proviamo a fare noi, sul nostro territorio, con il nostro Comitato che lotta, in Vanchiglia, per proporre un'alternativa alla mercificazione della socialità, dell'educazione, della cultura, dello sviluppo.
Il nostro abbraccio gli arrivi forte e chiaro, superi le mura e le gabbie del carcere e li riscaldi.
Il nostro abbraccio sostenga le mamme, i genitori ed i parenti.
La nostra solidarietà sia viva e determinata.
La nostra voce sia un sol coro: TUTTE/I LIBERE/I. SUBITO !

Venerdì 10 luglio, ore 20,30 da Palazzo Nuovo, siete tutti invitati a partecipare al corteo in solidarietà agli studenti arrestati.

Per chi volesse testimoniare la propria vicinanza può mandare un telegramma o una cartolina presso la

CASA CIRCONDARIALE "Lorusso e Cotugno"
via Pianezza 300
Torino.
Potete indirizzarla a

PICCIONE DAMIANO
CIENTANNI LUCA
ARESU MAURO
RICHETTO FRANCESCO
GAI ALESSANDRO

venerdì 19 giugno 2009

FESTA DIZONA 2009
LE CITTADINE E I CITTADINI
DI VANCHIGLIA
SONO SCESI DA PROTAGONISTI
SUL TERRENO DI GIOCO


Presto on-line le immagini, i video, i commenti e le testimonianze di chi ha vissuto i tre giorni di festa e socialità del quartiere Vanchiglia!

venerdì 12 giugno 2009

venerdì 5 giugno 2009

Finalmente è arrivata!!!


FESTA DIZONA 2009
Da giovedì 11 a sabato 13 giugno,
nel giardino dell'Aska
corso regina 47/area pedonale via balbo

il programma completo...

... la presentazione dei dibattiti...

... e lo spettacolo teatrale!